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Storie di Street Art in Italia

vhils porto catania

STREET ART SILOS – Catania

Sud

STREET ART SILOS. Lo scalo di Catania si rinnova, e sceglie la street art. Un’azione pittorica corale site specific per trasformare gli otto silos del porto siciliano in un vero e proprio monumento del XXI secolo.

Il Progetto

Da un’idea di Emergence Festival e con la cura di Giuseppe Stagnitta, Street Art Silos è uno degli appuntamenti del Festival I ART, il grande promotore di eventi pluridisciplinari inserito nell’omonimo progetto, ideato e diretto da I World insieme al Comune di Catania.

street art silos

I silos del porto di Catania. Lato del porto. 2015.

Il progetto consiste nell’affidare a nove street artisti internazionali il compito di mettere in scena la storia, i miti e le leggende siciliane utilizzando come supporto i silos del porto di Catania. L’obiettivo è sia di reinterpretare in modo contemporaneo gli aspetti pregnanti della cultura isolana; sia di riqualificare esteticamente l’area del porto, in questo senso non molto appetibile, attraverso una scenografia che faccia da sfondo alle navi da crociera, pescherecci, traghetti e barche a vela che transitano quotidianamente dal porto.
L’azione pittorica vera e propria comincia il 21 giugno 2015, per poi concludersi a fine anno con l’ultimo monumentale murales realizzato sul lato verso il mare.

I silos.

Giugno. Da sinistra verso destra

“Minotauro” di DANILO BUCCHI.

“La bella di Bellini” di OKUDA. L’opera rende omaggio al compositore catanese Vincenzo Bellini, nativo di Catania.

“Oraculo” di ROSH333. Rappresenta le esplosioni della fucina di Efesto che, secondo il mito, si trovava proprio nell’Etna, il vulcano che imcombe su Catania.

“Il moto perpetuo di Scilla e Cariddi” realizzato da MICROBO. Rappresenta l’intreccio delle forze dei due elementi che hanno dato origine al mito dei mostri dello Stretto, ovvero l’aria e l’acqua.

“Barattoli” di VLADY ART. L’opera asseconda le forme del silo e “inscatola” sirene e minotauri in barattoli di latta impilati.

“La storia non scritta di Colapesce” di BO130. Colapesce è un personaggio mitico che, secondo la tradizione meridionale, si sarebbe sostituito ad una delle tre colonne che reggevano la Sicilia per non farla sprofondare. In questi ultimi tempi però, sentendo aumentare il peso dell’isola, Colapesce avrebbe deciso di risalire a galla per vedere che cosa stesse succedendo; e vedendo gli sbarchi dei migranti si sarebbe messo a parlare con loro. L’opera vuole essere un invito alla tolleranza verso le popolazioni che vivono nelle zone più problematiche della Terra.

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“La storia non scritta di Colapesce”. BO130. Porto di Catania. 2015.

“Triskelion e La fuga di Ulisse da Polifemo” realizzato dal duo INTERESNI KAZKI su due facce dello stesso silo. In particolare Triskelion rappresenta il mito di Perseo e Medusa arricchito da simboli tra cui figura la triscele: un essere con tre gambe da cui ha avuto origine la Trinacria.

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Triskelion. Interesni Kazki. Porto di Catania. 2015

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La fuga di Ulisse da Polifemo. Interesni Kazki. Porto di Catania. 2015

Settembre. Lo sguardo

“Il Castagno dei cento cavalli” di LUCAMALEONTE. L’opera completa infine il lato del porto e rappresenta l’omonimo albero secolare del parco dell’Etna. Questo castagno è così detto perché secondo la leggenda, grazie all’imponenza della sua chioma, vi avrebbe trovato riparo una regina insieme a tutta la sua corte di cento cavalieri.

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Il Castagno dei cento cavalli. Lucamaleonte. Porto di Catania. 2015

L’ultima opera è realizzata da Vhils, in settembre, grazie anche alla fondazione Terzo Pilastro.
Alta come un palazzo di dieci piani e larga come un campo da calcio; queste sono le dimensioni dello sguardo dipinto sulla superficie degli otto silos rivolta verso il mare. Una monumentale occhiata dell’uomo verso il blu, verso l’oriente, verso la Grecia, la Turchia, l’Egitto, la Siria; tutte terre da cui sono partiti i popoli che hanno contribuito a creare l’identità della Sicilia. Si tratta di un reale incontro tra le culture che hanno plasmato il fascino di quest’isola; poiché Vhils realizzerà una seconda opera complementare alla prima in Libano, creando così un ponte immaginario attraverso il Mediterraneo.

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Il murales di Vhils sullo sfondo del porto di Catania. 2015

http://www.emergencefestival.com/taormina/category/projects/catania/

https://archeologiaindustriale.net/

http://www.repubblica.it/speciali/arte/gallerie/2015/12/21/foto/street_art_a_catania_vhils_realizza_il_piu_grande_murales_del_mondo-129933908/1/#1