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Storie di Street Art in Italia

Storie prima e dopo i muri – La Street Art può riqualificare?

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Street Art. Da atto vandalico associato al degrado delle periferie; a forma estetica, ricercata e istituzionalizzata come strumento di riqualificazione delle stesse. Paradossale? Sì, ma alle volte funziona.

 

“Kilroy was here”

Quella che oggi chiamiamo Street Art non ha origini ben chiare: c’è chi la fa risalire a Kilroy, il pupazzo calvo che i soldati americani disegnavano nei luoghi in cui si accampavano durante la Seconda Guerra Mondiale; chi ne colloca gli albori alla fine degli anni 60, quando alcuni annoiati ragazzi dell’uptown di New York, decidono di lasciare in giro per la città la loro firma insieme al numero della loro abitazione.
Tutti questi fenomeni scaturiscono da un bisogno antropologico vero e proprio: la comunicazione.
L’uomo, dove passa, lascia un segno; qualcosa di visibile ai posteri, che sia testimonianza del fatto che quell’individuo, in quest’epoca, in mezzo al caos, alla folla, all’andirivieni della metropoli, esiste.
È da questa tensione che nascono le varie forme di “Arte Urbana”. L’uomo lascia la firma sul muro, in strada, in metropolitana; in tutti quei luoghi dove può essere visibile da altre persone che, come lui, transitano da un posto all’altro nella frenesia cittadina.

kilroy was here

Incisione di Kilroy al National World War II Memorial a Washington, D.C. 2006.

Il Museo della Strada

Il fenomeno Graffitismo immediatamente esplode; ma non come una moda passeggera.
Le città sono tappezzate di tags, che si evolvono presto in pezzi colorati, che cominciano sempre più a farsi notare. Tra crew di graffitari si creano rivalità, e ciò spinge gli artisti a migliorarsi e a innovare. Cominciano a comparire anche dei disegni, da semplici a interi murales; realizzati con la bomboletta, con gli stencil, con il pennello. Tanta vernice, tanti muri, tante storie; che la gente comincia a notare, a fermarsi a guardare, ad apprezzare. Eppure si tratta sempre di Deturpamento e imbrattamento delle cose altrui, come recita l’articolo 639 del codice penale. Ma anche questo è un aspetto della Street Art: trasgressione, ribellione, sovversione nei confronti della società affollata delle città, dove l’individuo annega nella folla; e l’unico modo che ha di farsi notare è attraverso un atto illecito, immorale, perché riesce a fare più rumore.

street artist lavoro muro

Daniel Anguilu al lavoro su un muro del Lawndale Art and Performance Center a Houston. 2014.

Arte delle Periferie

L’Arte Urbana è arte di periferia; di luoghi ai margini, dove le istituzioni sono latitanti e il desiderio di riscatto, di rivalsa, di risorgere è più forte. Ma come fare? Qualcuno ha avuto l’idea di ripartire proprio da quella forma d’arte che qui è nata. Su queste basi la Street Art comincia a ricolorare il grigio degrado delle periferie; ma questa volta sotto l’elsa delle istituzioni, che si fanno promotrici di iniziative di riqualificazione proprio a partire da progetti di Street Art. Pitturare un muro non basta, ma insieme a questi interventi lo Stato ricomincia a farsi vivo in quel territorio che aveva abbandonato; si riavvicina a queste zone con progetti, laboratori, incontri e iniziative, tutte in periferia e insieme ai loro abitanti.
I quartieri cambiano aspetto. Tanto da divenire un’attrattiva. Chi avrebbe mai pensato di vedere dei turisti a Tor Marancia? Con tutte le cose che si possono vedere a Roma! Le strade si animano, le persone si fermano a guardare, scattano foto, incontrano gli abitanti, che sono finalmente fieri di abitare in quella zona.

Il murales di Gaia. Quartiere Tor Marancia. Roma. 2015

Quei muri dipinti costituiscono una nuova identità; scrivono un capitolo nuovo, di rinascita; in una storia di degrado, di difficoltà ed emarginazione. Sembra incredibile, ma davvero da una semplice facciata disegnata può scaturire tutto questo. È successo.
Strada di Casa si pone l’obiettivo di raccontare queste realtà; che esistono anche in Italia e anche in Italia danno i loro risultati; perché davvero “la bellezza salverà il mondo”, e queste storie ne sono la conferma.

L’immenso murale della German Crew a Palmitas, Messico . 2015